Appello ai leaders Europei per presentare a Israeliani e Palestinesi un accordo-quadro concordato con gli stati uniti

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Cari amici e sostenitori di JCall,

 

Avrete ricevuto il testo di un appello ai leader Europei predisposto da JCall Europa  di concerto con JStreet che ha redatto un’analoga petizione rivolta all’Amministrazione americana. L’intento è quello di convincere i governi Europei e quello Americano a presentare un accordo-quadro a Israeliani e Palestinesi  sulla base del quale, consapevoli degli ostacoli che separano le due parti e della gravità della situazione,  spingerli a una ripresa del negoziato diretto fra le parti e a una composizione del conflitto sulla base del principio di “due stati per due popoli”.

Vi alleghiamo anche il testo italiano dell’appello che vi preghiamo di diffondere ad altri ebrei italiani che possano aderire e sostenerci in questa iniziativa.

Vi preghiamo intanto di firmare l’appello sul link indicato qui sotto o sul sito di JCALL.

La lettera-appello sarà inviata al Presidente del Consiglio e al Ministro degli Affari Esteri.

 

JCall-Italia

 

Ai Capi di Stato e di Governo dei paesi europei,

 

I negoziati fra Israele e l’Autorità nazionale palestinese, avviati nove mesi orsono sotto l’egida degli Stati Uniti, si sono interrotti alla fine di aprile senza risultati. Ognuna delle parti in causa accusa l’altra di essere responsabile del loro fallimento. Non essendo filtrate informazioni ufficiali circa il contenuto della trattativa, conformemente agli impegni assunti all’inizio, ci è difficile trarne un bilancio. Peraltro riteniamo che il ritorno allo status quo antecedente sia foriero di pericoli. Per questo Vi chiediamo di unirvi all’Amministrazione americana per proporre un accordo-quadro al fine di preservare la soluzione di “due stati per due popoli”, la sola che permetterà ai Palestinesi di conseguire una piena esistenza nazionale in uno stato sovrano e a Israele di restare uno stato democratico con una maggioranza ebraica. Questo accordo-quadro avrebbe il merito di spingere le due parti a reagire e a rivelare i loro punti di disaccordo e di convergenza possibile. Permetterebbe loro di riprendere le trattative e di cercare di giungere a un accordo sulla base dei principi seguenti :

  • Il ritorno ai confini precedenti la guerra del ’67 con scambi concordati di territori di eguale entità al fine di tenere conto della realtà sul terreno e di limitare il numero di Israeliani che dovranno ritornare all’interno dei confini dello stato di Israele,
  • Misure di sicurezza offerte alle parti, garantite dalla presenza di una forza multinazionale, soprattutto degli Stati Uniti.
  • Indennizzi finanziari agli Israeliani abitanti negli insediamenti in Cisgiordania che dovranno ritornare all’interno di Israele
  • Diverse opzioni offerte ai profughi palestinesi e ai loro discendenti al fine di una soluzione definitiva del problema. Riceverebbero indennizzi e potrebbero optare fra lo stabilirsi all’interno del futuro stato palestinese o nei paesi dove attualmente risiedono o in paesi terzi (con l’accordo dei paesi in questione) o in Israele (per una minoranza simbolica e con l’accordo dello stesso Israele).
  • Gerusalemme capitale dei due stati sulla base dell’assetto delle popolazioni e dei quartieri municipali : i quartieri abitati prevalentemente da Ebrei saranno parte integrante dello stato di Israele, quelli abitati da Arabi faranno parte del futuro stato di Palestina. I luoghi sacri saranno protetti da accordi internazionali e accessibili a tutti
  • Il riconoscimento reciproco del diritto degli Ebrei ad un proprio stato e analogamente dei Palestinesi ad un proprio stato senza pregiudizio per i pari diritti dei loro cittadini rispettivi

 

Senza un intervento internazionale vi è il grave rischio che la situazione degeneri con un ulteriore inasprimento del conflitto fra i due popoli.

 

Georges Bensoussan, storico, Francia; Alain Finkielkraut, filosofo, membro dell’Accademia di Francia, Francia; Daniel Cohn-Bendit, parlamentare europeo, Germania; Michel Serfaty, rabbino, Francia; David Meyer, rabbino, Belgio; Pierre Nora, storico, Francia; Gad Lerner, giornalista, Italia; Stefano Levi della Torre, saggista e pittore, Italia; Aldo Zargani, scrittore, Italia; Giorgio Gomel, economista, Italia

Seguono altre 1000 firme

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