La confisca di 400 ettari in Cisgiordania è un nuovo ostacolo alla pace

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JCall, la rete ebraica europea per Israele e per la pace, condanna fermamente la recente decisione di Israele di confiscare 400 ettari di terreni in Cisgiordania nelle vicinanze di Betlemme in reazione all’assassinio nel giugno scorso di tre giovani israeliani. Quell’assassinio pur orribile non può giustificare in uno stato di diritto alcuna forma di ritorsione collettiva contro la popolazione. Una tale iniziativa indebolirà inoltre l’Autorità palestinese e il suo Presidente Mahmud Abbas, partners imprescindibili per giungere a un accordo di pace. Al termine dell’operazione “Margine protettivo” nella striscia di Gaza, il messaggio che tale decisione trasmette è chiaro: con Hamas si negozia, con l’Autorità palestinese si estende la colonizzazione.

 

JCall ritiene che solo una ripresa di negoziati fra Israele e l’Autorità Palestinese con una volontà effettiva di ambo le parti di giungere a una soluzione basata sul principio di “due stati per due popoli” potrà porre fine al circolo perverso della violenza.

 

JCall sostiene coloro che in Israele si oppongono a tale decisione provocatoria, destinata a danneggiare ulteriormente l’immagine di Israele, che rischia di dovere affrontare, come ha ricordato il Ministro della Giustizia Tzipi Livni, una “intifada diplomatica” d’inusitata intensità.

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