La risoluzione che condanna l’occupazione israeliana dei territori palestinesi adottata dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite non è un voto contro Israele!

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JCall apprezza la risoluzione adottata venerdì scorso dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

Al contrario di quanto sostenuto dall’ufficio del Primo Ministro israeliano, la risoluzione non è affatto anti-israeliana ma è semplicemente contraria alla politica di occupazione e colonizzazione che il suo governo ha condotto per anni.

La risoluzione esprime il rifiuto da parte della comunità internazionale dell’occupazione israeliana permanente del territorio del futuro stato palestinese.

Nel tenere distinti i Territori Occupati e Israele, la risoluzione salvaguarda la soluzione Due Popoli, Due Stati e incoraggia tutti coloro che in Israele e nella dispora da anni si impegnano per la pace.  La risoluzione, che condanna anche tutti gli atti di violenza e terrorismo nei confronti di civili, è stata adottata anche grazie all’astensione degli Stati Uniti e al sostegno di 14 membri del Consiglio di Sicurezza compresa la Francia.

Questa non è la prima volta che gli Stati Uniti appoggiano con il loro voto al Consiglio di Sicurezza simili risoluzioni riguardo al conflitto tra Israele e Palestinesi. Dal 1967 in poi, il Consiglio ha adottato 77 risoluzioni sull’argomento di cui 3 approvate durante l’amministrazione Clinton e 6 durante l’amministrazione George H. W. Bush. La risoluzione di venerdì, adottata nell’ambito del Capitolo VI della Carta della Nazioni Unite, non ha carattere coercitivo ma avverte i leaders israeliani  che la comunità internazionale si oppone alla colonizzazione dei Territori Occupati.

Dopo aver affermato che gli insediamenti non hanno valore legale, Samantha Power, ambasciatore americano presso le Nazioni Unite, ha dichiarato che “non si può essere a favore dell’espansione degli insediamenti e, allo stesso tempo, della soluzione Due Popoli-Due Stati”.

Nei giorni scorsi, i leaders israeliani hanno temuto che, alla conclusione del suo mandato, Obama avrebbe permesso alle Nazioni Unite di adottare una risoluzione di condanna della politica israeliana sugli insediamenti. Di recente, la destra israeliana, ringalluzzita dalla vittoria di Donald Trump, ha preso iniziative che avrebbero messo a repentaglio una soluzione Due Popoli-Due Stati e che hanno certamente influenzato la decisione degli Stati Uniti di astenersi invece di porre il veto: ad esempio, la legge ancora non definitiva per legalizzare di insediamenti illegali oppure le richieste di alcuni ministri volte ad annettere il 60% della West Bank.

Nel dichiarare che “l’Amministrazione Obama non solo non ha protetto Israele dall’imboscata in atto all’ONU , ma ha colluso con i suoi autori dietro le scene”, il Primo Ministro israeliano sembra avere dimenticato l’accordo militare firmato appena qualche mese fa dalla stessa Amministrazione, accordo che ha aumentato in maniera significativa l’aiuto militare a Israele per i prossimi dieci anni.

Il 22 novembre 1967, quasi 50 anni fa, il Consiglio di Sicurezza approvò all’unanimità la risoluzione 242 che sottolineava l’inammissibilità  della conquista di territori con la forza. Nonostante la sua ambigua formulazione, la 242 rappresenta tuttora uno dei punti di riferimento essenziali per la comunità internazionale ai fini della soluzione del conflitto. Forse, un giorno, la risoluzione adottata il 23 dicembre di quest’anno diventerà un altro punto di riferimento perché le parti in lotta possano ritrovare la strada verso la ripresa di trattative di pace.

Per questa ragione, il voto è un’opportunità per Israele, non una minaccia.

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